Nel 1999 un professore americano, Robert Ashford, pubblicava il suo libro dal titolo “Binary Economics” (Economia Binaria) in cui illustrava un nuovo modo di concepire il rapporto tra capitale e lavoro.
Tutta la teoria dell’Economia Binaria si regge sull’assunto che Adam Smith ha commesso un grande errore.
L’errore sarebbe attribuire al capitale il ruolo di accrescere la produttività del lavoro. Mentre è il lavoro a produrre, il capitale è solo “un aiuto”. Per cui il segreto dell’aumento della produttività dell’uomo nella storia sarebbe da attribuire alla progressiva divisione del lavoro e alla sua specializzazione.
L’economia binaria si basa sulla negazione di questo assunto. Sia il capitale che il lavoro producono ricchezza, ognuno per proprio conto.
Per far capire questo concetto, il prof. Ashford è solito fare il seguente esempio:
Pensiamo ad un uomo che deve portare qualcosa da un paese ad un altro.
Lo fa a piedi e per portare la cosa ci mette 1 giorno.
Poi compra un cavallo e ci mette 3 ore.
Poi compra un camion e ci mette 1 ora.
Ora si potrebbe dire che il capitale (cavallo, camion) ha aumentato la produttività del lavoro dell’uomo, ma il cavallo e il camion non sarebbero d’accordo. In realtà sono stati loro a portare il peso.
Un ulteriore sviluppo di questo pensiero, che si potrebbe teorizzare, risiede nell’ipotesi di un veicolo che sia in grado di caricare e trasportare senza guidatore il peso fino alla destinazione designata. Dati i moderni mezzi della Tecnologia, la cosa non è poi così avveniristica (si pensi solo che Apple ha annunciato l’avvento della macchina che si guida da sola per il 2018).
A questo punto il capitale produce tutto da sé, persino senza lavoro.
Proprio per questo motivo il prof. Ashford sostiene che l’unico vero modo per ridistribuire la ricchezza è aumentare la diffusione della proprietà del Capitale e non ridistribuire i redditi all’uscita con le tasse.