Annuncio dal MIUR. Il decreto 126/2019 (decreto fioramonti) è stato convertito in legge. Nuovi concorsi scuola per a ridurre il precariato del personale scolastico e degli Enti pubblici di ricerca.
Nuovi concorsi scuola per i docenti: quasi 50 mila assunzioni
Circa 24.000 i nuovi insegnanti che potranno salire in cattedra grazie al decreto fioramonti a partire dal prossimo anno scolastico con un concorso ordinario. Altrettante cattedre saranno a disposizione con un concorso straordinario. Il provvedimento amplia la platea degli aspiranti docenti che potranno partecipare a questa selezione straordinaria e conseguire l’abilitazione. Il bando per la scuola secondaria statale di I e di II grado è aperto agli insegnanti con almeno 36 mesi di servizio (a partire dall’anno scolastico 2008/2009). Al concorso, che sarà avviato contestualmente a quello ordinario, potranno partecipare per i posti di sostegno anche i docenti che stanno svolgendo il corso di specializzazione, oltre a quelli già specializzati. È prevista la partecipazione, ai fini abilitanti, oltre che per i professori delle paritarie, anche per gli insegnanti dei percorsi di istruzione e formazione professionale (IeFP). Il servizio svolto nelle scuole statali nell’ambito dei progetti regionali di contrasto al fenomeno della dispersione scolastica è considerato valido ai fini della partecipazione alla procedura straordinaria.
Dopo 16 anni viene aperto un nuovo concorso anche per i docenti di religione cattolica. Il bando darà un peso all’esperienza pregressa di lavoro, riconoscendo un punteggio al servizio svolto e prevedendo una riserva di posti.
I docenti che hanno già vinto concorsi scuola o che sono iscritti nelle Graduatorie a Esaurimento (GAE), e che attendono di essere immessi in ruolo, potranno ora chiedere di essere assunti anche in regioni diverse da quelle della propria graduatoria. Inoltre i vincitori e gli idonei del concorso bandito nel 2016, potranno iscriversi anche nelle graduatorie di merito ad esaurimento costituite in occasione del concorso straordinario del 2018. In questo modo avranno una nuova e ulteriore possibilità di essere immessi in ruolo.
Ai docenti che non è stato possibile assumere sui posti lasciati liberi dai colleghi andati in pensione per ‘quota 100’ sarà riconosciuta, subito, l’immissione in ruolo ai fini giuridici. Sceglieranno il posto con priorità rispetto alla mobilità e alle nomine a tempo indeterminato del prossimo anno scolastico.
Le graduatorie di istituto sono riaperte e affiancate da nuove graduatorie provinciali per l’attribuzione degli incarichi a tempo determinato.
Più attenzione alla continuità didattica. Via le impronte digitali
Sarà garantita dal decreto fioramonti la continuità didattica, richiesta da studenti e famiglie, con la permanenza per 5 anni nella stessa sede di servizio dei docenti neo assunti. Sempre per assicurare la continuità didattica, anche per l’anno scolastico 2019/2020, ai diplomati magistrali destinatari di sentenze che comportano la decadenza dal ruolo, sarà garantita la permanenza in servizio sino al termine delle attività didattiche.
Viene potenziato il codingnella formazione iniziale dei docenti.
Per tutto ilpersonale scolastico viene confermata l’esclusione dalla rilevazione biometrica delle presenze.
Pulizia scuole: internalizzato il servizio
Novità non solo per il personale docente. Vengono internalizzati i servizi di pulizia e gli altri servizi ausiliari nelle scuole di ogni ordine e grado. Per i cosiddetti ex LSU, è prevista una proroga di due mesi per consentirne la stabilizzazione. In questo modo sarà possibile organizzarsi per un miglior coordinamento tra la domanda di lavoro e i posti disponibili. Il provvedimento approvato dal Senato prevede anche una seconda fase della procedura di stabilizzazione che permetterà di recuperare i posti rimasti eventualmente disponibili consentendo di partecipare con il requisito di 5 anni di servizio.
Misure per i precari dell’università e della ricerca
Specifiche misure sono previste dal decreto fioramonti anche per il personale precario degli Enti pubblici di ricerca. Un riconoscimento particolare sarà dato all’esperienza maturata nei diversi ambiti della ricerca scientifica italiana. Aumenta, anche, da 6 a 9 anni la durata dell’Abilitazione Scientifica Nazionale.