Direttiva due diligence: obblighi in arrivo per le grandi imprese

La Direttiva Due Diligence, Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDD) o Supply Chain Act è un’importante proposta di direttiva UE che richiede alle aziende che operano in Europa di gestire in modo responsabile gli impatti sociali e ambientali lungo il processo di produzione e distribuzione. La direttiva si applica alle aziende con almeno 500 dipendenti e un fatturato netto di almeno 150 milioni di euro, diventando obbligatoria per loro a partire dal 2026. Le aziende più piccole con oltre 250 dipendenti e un fatturato netto superiore a 40 milioni di euro dovranno conformarsi dal 2028, salvo alcune eccezioni.

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La direttiva impone una supervisione regolamentare con sanzioni pecuniarie e responsabilità civile per le aziende che non rispettano o non fanno rispettare ai propri fornitori gli obblighi di dovuta diligenza, causando violazioni dei diritti umani o danni ambientali.

Le organizzazioni devono rispettare la CSDD attraverso:

1. Dovuta diligenza in termini di diritti umani e impatti ambientali, inclusa l’identificazione e valutazione dei rischi e l’attuazione di misure preventive.

2. Divulgazione di informazioni sulla sostenibilità, inclusa la governance, la diversità e la gestione della catena di approvvigionamento.

3. Reporting sui rischi e impatti della catena del valore, compresi processi di contrattualizzazione degli obblighi e formazione dei dipendenti e fornitori.

La direttiva mira a promuovere la trasparenza, la responsabilità e pratiche commerciali sostenibili. Per essere conformi, le organizzazioni possono adottare misure come la mappatura della supply chain, la valutazione e gestione del rischio, il coinvolgimento delle parti interessate, il monitoraggio delle operazioni e la formazione e comunicazione ai dipendenti, fornitori e subappaltatori.

Qualora non possano eliminare o minimizzare i rischi dei propri fornitori le imprese saranno chiamate a interrompere i rapporti commerciali con essi.

Riccardo Fratini

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