CORONAVIRUS al lavoro

Le attività produttive e lavorative, i trasporti e la circolazione delle merci proseguiranno sui luoghi di lavoro nonostante l’emergenza Coronavirus.

Come previsto le attività continuano, ma occorre su tutto il territorio nazionale “evitare ogni spostamento delle persone fisiche in entrata e in uscita, salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità, ovvero per motivi di salute”.

Per comprovate esigenze si intende che: “il tragitto casa lavoro è consentito per le attività lavorative o produttive che non prevedano la possibilità di utilizzare il lavoro da remoto (smart working) e che richiedano la presenza dei lavoratori sul luogo di lavoro”.

Su questo il ministero dell’interno ha precisato che gli spostamenti potranno avvenire solo se motivati da esigenze lavorative o situazioni di necessità o per motivi di salute da attestare mediante autodichiarazione (ecco il modello di autodichiarazione), che potrà essere resa anche seduta stante attraverso la compilazione di moduli forniti dalle forze di polizia.

In assenza di comunicazioni diverse da parte dell’azienda, tutti i dipendenti dovranno recarsi al lavoro: consigliamo di tenere con sé una copia dell’ultima busta paga e il badge aziendale (o di un diverso modulo compilato dal datore di lavoro) per dimostrare le ragioni dello spostamento.

Misure di sicurezza da prendere nelle aziende

E’ necessario sollecitare le aziende a programmare – in modo scaglionato e frazionato – la presenza di persone all’interno delle strutture aziendali e contingentare le presenze in ogni ambiente, inclusi mensa, spogliatoi (venire al lavoro già cambiati), nelle aree pausa e nelle aree fumatori. Anche riprogrammando gli orari delle pause.

Inoltre sarà necessario per le aziende porre in essere ogni cautela per evitare il contagio Coronavirus dei propri dipendenti, in quanto in tal caso, il fatto di non aver adottato opportune cautele potrebbe essere fonte di responsabilità contrattuale ex art. 2087 cod. civ.

I dipendenti che dovessero riscontrare che il proprio datore di lavoro non ha posto in essere alcuna misura di sicurezza tra quelle raccomandate dal governo, potranno prevenire il contagio esercitando l’eccezione d’inadempimento ex art. 1460 cod. civ. e non andando a lavorare fintanto che l’azienda non si conforme alle misure previste nei decreti.

Istituti utilizzabili per diminuire il contagio

Il datore di lavoro per prevenire il contagio da Coronavirus può avvalersi degli istituti che seguono:

Ferie e permessi: “qualora sia possibile, si raccomanda ai datori di lavoro di favorire la fruizione di periodi di congedo ordinario o di ferie”. E’ una raccomandazione. “favorire” non vuol dire obbligare o forzare. Quindi valgono le regole già previste dal CCNL.

Cassa integrazione: caso di riduzione dell’attività lavorativa dovuta a una temporanea difficoltà di mercato dell’azienda (calo della domanda) o ad altri eventi temporanei non dovuti a responsabilità del datore di lavoro o
dei lavoratori, come l’emergenza Coronavirus che stiamo vivendo e che può avere un impatto su alcune attività, è prevista la cassa integrazione ordinaria (CIGO).
Per chi ha esaurito gli strumenti “ordinari” come la (CIGO), per utilizzare gli ulteriori strumenti di ammortizzatore sociale “speciali”, necessari alla gestione della eventuale riduzione delle attività, si dovrà attendere il 9 marzo, data in cui è previsto il prossimo confronto con il governo. Già da oggi è certo che sarà possibile ricorrere retroattivamente, a partire dal 23 febbraio 2020, alla cassa integrazione ordinaria e in deroga.

Congedi: Al momento valgono solo quelli già previsti dalla legge (10 mesi complessivi per i due genitori, 11 se il padre ne usi almeno 3, con retribuzione del 30% per 6 mesi nei primi 6 anni di vita del bambino, possibile anche tra i 6 e gli 8 con requisiti di reddito particolari).

Smart Working: modalità di lavoro agile da casa sono consigliate al fine di diminuire le possibilità di contagio, ma non c’è un obbligo per le aziende di adottare questa forma di lavoro.

In ogni caso potrà continuare a far venire al lavoro i propri dipendenti muniti di autodichiarazione e seguendo le direttive esplicative del governo

Riccardo Fratini

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