Louis Kelso – Economia Binaria: Chiedimi cos’è!

Louis Kelso nacque il 4 dicembre del 1913 e morì il 17 febbraio del 1991 dopo essere stato conosciuto come economista, avvocato, finanziere, autore e conferenziere, ma soprattutto come un inventore di prodotti finanziari. Il suo lavoro più celebre per cui è ricordato è l’invenzione della teoria dell’economia binaria o dei due fattori, nonché degli employee stock ownership plan (ESOP). Queste consentivano ai lavoratore delle imprese di acquistare partecipazioni azionarie nelle aziende in cui erano impiegati senza impiego di risparmi, pagandoli con i futuri dividendi del capitale.[1]

Louis Kelso

Kelso iniziò a pensare seriamente all’economia nel 1931, il secondo anno della grande depressione del 1929. Anche se non aveva ancora 18 anni, era determinato a condurre la propria ricerca nelle cause più profonde del fenomeno. Nessuno sapeva spiegare in un modo che lo convincesse.

Con questi interessi, si recò all’Università del Colorado, dove nel 1937 si laureò in Business Administration e Finanza; Poi prese la laurea specialistica nella Law School di Boulder nel 1938.

Iniziò a lavorare in uno studio legale a Denver (Pershing, Bosworth, Dick & Dawson) dal 1938 al 1942.[1]

Poi arrivò l’evento Pearl Harbor.

Allo scoppio della guerra Kelso venne precettato nella Marina degli Stati Uniti e assegnato a mansioni di Intelligence a San Francisco ed, in seguito nella Canal Zone.

Nelle ore libere del pomeriggio, però, Kelso scrisse il suo primo libro, The Fallacy of Full Employment, Il fallimento della piena occupazione.  Alla fine della guerra, il manoscritto completo si trovava nel suo armadietto e Kelso fu congedato nel 1946.

Nello stesso anno, però, il Congresso passò il Full Employment Act. Questa legge è ancora in vigore negli Stati Uniti al giorno d’oggi e definiva la politica economica americana come diritto dei lavoratori ad avere un lavoro. Il tempo per le sue idee sulla inutilità di una situazione di piena occupazione non era ancora arrivato.

Insegnò per un certo periodo diritto costituzionale all’Università del Colorado, poi si spostò a San Francisco e divenne un socio dello studio Kelso, Cotton, Seligman & Ray.[1]

Nel 1958 scrisse “Il Manifesto Capitalista” che voleva essere una risposta al Manifesto Comunista di Karl Marx. Criticava il Comunismo come modo per risolvere i problemi del capitale ma se ne riconosceva come valida l’analisi, proponendo soluzioni interne al sistema del capitale.

La più importante soluzione era la diffusione della proprietà delle imprese attraverso la vendita di partecipazioni ai lavoratori (ESOP). [vedi anche il mio articolo sul prof. Ashford, che continua la battaglia di Louis Kelso).

In seguito, continuando la riflessione sulla stessa riga scrisse:

I nuovi Capitalisti, con Mortimer J. Adler, Ed. Random House, New York: 1961; non tradotto in italiano

Economia dei Due Fattori: L’economia della realtà, con Patricia Hetter, ed. Random House, New York: 1967.(in origine pubblicato con il titolo “Come trasformare 80 milioni di lavoratori in capitalisti con il credito). Pubblicato anche in Spagnolo e Tedesco. Nel testo l’economista inserisce un incentivo che le banche centrali degli stati potrebbero dare al processo di diffusione del capitale tramite prestiti a basso interesse per l’acquisto delle corporazioni da parte dei lavoratori.

Democrazia e Potere Economico: estendere la rivoluzione delle ESOP attraverso l’Economia Binaria, sempre con Patricia Hetter Kelso, Ballinger Publishing Co., Cambridge, Massachusetts: 1986; tradotto in Russo e in cinese.

 

 

Riccardo Fratini

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